venerdì, settembre 28, 2007


THE SAFFRON REVOLUTION

Normalmente sono restio a parlare di politica, ma questa volta mi hanno fatto veramente incazzare.


In tutto il mondo, da anni, si protesta contro il regime birmano: nel 1962 il Partito Comunista locale prese il potere, e da allora non lo ha più mollato, guidando il paese con una giunta militare che è tra le più retrograde e brutali del mondo; nel 1988 c'è stata una prima rivoluzione, soffocata nel sangue, e nel frattempo nome del paese è stato trasformato da Birmania in Myanmar, e la città principale da Rangoon a Yangon; ma la sostanza non cambia.
Se ne discute da anni, in tutto il mondo, tranne che nei due luoghi dove notoriamente di politica internazionale si parla a vuoto, e quasi mai delle questioni veramente importanti: l'ONU e l'Italia.

L'ONU, che fa uscire periodicamente qualche documento di condanna di Israele, e che si era premurata di spendere qualche pagina del suo rapporto sui diritti umani di qualche anno fa sui fatti di Genova, sulla Birmania e su una delle più longeve dittature del mondo non ha niente da dire... per il semplice fatto che, come è noto a chiunque ne legga gli atti dal vivo, e non le versioni riportate dai giornali italiani, l'ONU è ostaggio e cassa di risonanza delle peggiori dittature: la Cina è nel Consiglio di Sicurezza, la giunta militare birmana è suddita del partito comunista cinese, quindi l'ONU contro la Birmania non dice "ba".

E l'Italia? Beh, si sa che in Italia delle dittature in giro per il mondo non se ne parla, se se ne parla bisogna parlarne bene (vedi Fidel e "la sanità cubana è la migliore del mondo", che è probabilmente la più grossa stronzata che circola sul globo), e se sono dittature di stampo socialista (vale a dire quasi tutte le dittature ancora presenti nel pianeta) meglio fare finta di niente e parlare della pena di morte negli USA o di quanto siano stronzi gli israeliani.

Vabbe', questa è la situazione che è andata per anni, e ormai ci siamo abituati: qui da noi chi si voleva informare su come andassero le cose in Birmania (cioè sempre peggio) doveva rivolgersi ai Radicali, oppure ai giornali esteri, e avrebbe saputo che, dopo il 1988, la situazione ha raggiunto un nuovo punto di rottura.
Il regime è più dispotico che mai; il Premio Nobel per la Pace (nonché leader del movimento di liberazione e unica rappresentante democraticamente eletta dal popolo Birmano), Aung San Suu Kyi, è agli arresti domiciliari da anni ed anni, e recentemente è stata trasferita direttamente in prigione, visto che i monaci iniziavano a radunarsi di fronte a casa sua; il paese è il primo produttore mondiale di metamfetamine, il secondo di oppio, la gente muore di fame ma il regime spende quasi tutto in armi dalla Cina e dall'India, e ha spostato la capitale da Rangoon (che è sul mare) ad una sperduta cittadina nell'interno, perché (parole loro), fosse più facilmente difendibile da un attacco degli USA.
Eh si, perché sti soliti stronzi di americani sono gli unici ad aver fatto e detto qualcosa contro la Birmania (anche se è un paese piccolo, con poche risorse, senza una posizione strategica particolarmente invitante), vale a dire sanzioni economiche, minacciando più volte un intervento militare che però è praticamente impossibile, visto che la Birmania e le isole vicine pullulano di basi militari cinesi.

Insomma, fino a poco tempo fa la situazione era questa, finché la tensione non è arrivata ad un punto di rottura, ed è partita la (seconda) "SAFFRON REVOLUTION", la "rivoluzione zafferano": come nel 1988, sono stati i monaci a prendere l'iniziativa, con manifestazioni pacifiche oceaniche che intendono proseguire finché non cadrà il regime.
Si chiama "rivoluzione zafferano" perché lo zafferano è il colore tradizionale dei monaci, ed è particolarmente significativa perché il "monaco" in quelle zone non è come il prete o il frate qui da noi: i ragazzi birmani, prima o poi, passano quasi tutti un certo periodo di monachesimo, è una specie di "servizio di leva" volontario; soltanto i capi del movimento monastico sono "di carriera", ma la grande massa dei monaci non è vincolata a vita: chiunque può fare il monaco, poi smettere la tunica e vivere da laico, ed in un secondo tempo, se vuole e quando vuole, ritornare a fare il monaco.
E' per questo che sono così tanti, così rispettati e così benvoluti dalla popolazione.
Ed è per questo che sono loro gli unici a fare paura al regime, che sta già iniziando con la repressione: per ora i morti sono "solo" qualche decina, ma presto il sangue ricomincerà a scorrere a fiumi.

Che cosa è cambiato, dal 1988, in Italia e nel Mondo? Beh, nel Mondo gli stati occidentali si sono resi conto, o stanno iniziando a farlo, che sull'ONU non si può più fare affidamento; la rivoluzione birmana, grazie al lavoro dei radicali e dei movimenti anti-totalitaristi, ha avuto molta più visibilità; grazie ad internet e ai mass media, la repressione violenta è molto più difficile da nascondere; la Cina, che sta tentando di darsi una sistemata in vista delle Olimpiadi, potrebbe non sostenere più i birmani con la stessa convinzione di prima, perdere il controllo su quel territorio potrebbe costargli meno caro che fare una clamorosa figuraccia internazionale difendendo il regime.
Insomma, alcuni segnali lasciano (moderatamente e timidamente) intuire che questa volta i birmani possano farla davvero finita con il regime.

Ed arriviamo all'Italia.
Di tutto questo, ovviamente, in questi anni nessuno ha saputo niente da giornali e telegiornali; piano piano si sta iniziando a parlarne, ma soprattutto c'è internet, ci sono siti e bloggers che non si sono mai filati la birmania neanche di striscio che iniziano a dire "W i monaci, abbasso il regime".
Tutto molto bello, nei giorni scorsi questa cosa mi aveva messo di buonumore.

Poi, stamattina, mi arriva un sms, poi ripreso dalle solite catene di email e dai soliti bloggers e siti che arrivano tardi, non capiscono un cazzo di niente, e si mettono a sputare sentenze travisando completamente la situazione. eccolo qui:
"In support of our incredibly brave friends in Burma: may all people
around the world wear a red shirt on Friday, September 28. Please
forward!" (a sostegno dei nostri amici incredibilmente coraggiosi in
Birmania: venerdì 28 settembre indossiamo tutti quanti, in tutto il
mondo, una maglietta rossa).

Ma... ma... ma come!
Per anni ve ne sbattete della Birmania e del regime.
Poi finalmente vi svegliate.
Fate un appello online.
E chiedete che il simbolo di questo appello sia

UNA MAGLIETTA ROSSA??????????????????

Ma perché!!!???
Tutto il mondo sa che il "colore" della rivoluzione pacifica dei monaci è lo zafferano!!! Se non hai nessun capo di abbigliamento mettiti qualcosa di giallo, o magari di arancione chiaro, ocra, terra di siena... ma perché mai si dovrebbe scegliere il rosso per manifestare solidarietà ad una popolazione oppressa da decenni da un regime comunista!!!
Ma si può?
E' come se negli anni trenta-quaranta negli altri paesi chiedessero di dimostrare solidarietà al popolo italiano e condanna per il fascismo invitando tutti ad indossare una camicia nera!!!

Se anche voi, come me, trovate disgustosa questa cosa, per favore... quando vi arriverà l'sms, o l'email, o quello che è... per favore, fatelo per me, mandate affanculo chi ve l'ha mandati.

FREE BURMA!

5 Comments:

At 4:56 PM, settembre 28, 2007, Anonymous Anonimo said...

Caro fra, credo che questa cosa sia senz'altro un indizio di superficialità, ma non la giudicherei poi così grave!
Senza dubbio, è più facile che la gente abbia in casa un qualcosa di rosso piuttosto che di arancione!
Io, ad esempio, mi sono messo una cravatta rossa! Senza contare che non è tanto importante con che colore ci si veste, quanto piuttosto il significato che ha il vestirsi tutti con colori uguali, e soprattutto il significato che si attribuisce ad un dato colore in quel dato momento!In conlusione, quindi, porrei l'accento, non tanto sul negativo, quanto sul positivo di questa vicenda, Ciao!!! Il Gheppa

 
At 12:36 AM, settembre 29, 2007, Blogger FletcherLynd said...

ma certo Ale, per chi LO FA l'importante è il segnale e quello che rappresenta, più che il significato immediato del segnale stesso... però il fastidio a me è venuto verso chi l'ha organizzata.

voglio dire, già per anni te ne sbatti altamente i coglioni, quando poi finalmente ti accorgi (in ritardo) che esiste una dittatura in Birmania e che sono cazzi amari, non puoi spendere non dico un'ora, ma tre minuti per informarti?

peace, e ricordati di farti un profilo blogger, così puoi aprire nuovi post anche tu e non solo i commenti!

 
At 8:43 AM, ottobre 02, 2007, Blogger Via dei Landi's Finest said...

No guarda Gheppa concordo in pieno col Gobbo è innammissibile che dopo essersene sbattuti il kazzo per anni si faccia una roba del genere...soprattutto non è accettabile che una persona non abbia qualcosa di color zafferano nel suo guardaroba, dai cazzo è stato il colore dell'estate 2005 ma a Milano le sfilate che cazzo le facciamo a fare se poi la gente fa sti errori...

...kribbio!!!

 
At 2:34 PM, ottobre 02, 2007, Blogger Giovanni said...

io mi son messo una polo arancione...ed ero pure in cina....GRANDE!!...eh no....è stato casuale...nn ne avevo idea.....xò ho fatto lo stesso il figo appena jo letto.

Baciuzzo

 
At 4:39 PM, ottobre 02, 2007, Blogger The Fomes said...

ipocrisia o scarsa informazione?
purtroppo in queste situazioni forse la verità non sta proprio nel mezzo.
Se qualcuno si ritiene una persona interessata ai delitti contro l'umanità che si perpetrano ogni giorno in giro per il mondo ha a disposizione tutti i mezzi tecnologici per portarle all'attenzione di tutti.
Un blog, un'associazione umanitaria...ma non metto in dubbio che ci sia gente che crede in queste lotte contro i mulini a vento.
Cioè...io potrei sbattermi a fare siti ed interpellanze, raccolte firme...ma sarei comunque al calduccio di casa mia...forse ci vorrebbero più atti concreti, ma c'è ancora qualcuno disposto a lottare e morire per degli ideali?
200 europei che si radunano ai confini della Birmania a protestare oppure riescono ad entrare e prendere parte alle manifestazioni?
Se ci scappa il morto o il desaparecido europeo o americano allora si che al resto del mondo gliene fregherebba qualcosa di quello che succede in Birmania...

Per quanto riguarda il nostro sistema di informazione, non so quanto differisca da quello di un regime...periodicamente escono dei tormentoni che attirano l'attenzione pubblica a discapito di chissa cosa...un'estate vanno di moda i cani abbandonati, la spazzatura a napoli, gli ubriachi alla guida, le madonne che piangono, il bullismo...
Tormentoni che diventano uniche informazioni di cronaca per dieci giorni ma che poi così come sono salite alla ribalta dei titoli di telegiornale ritornano ad essere trafiletti di cronaca del giornale di circoscrizione.

Alla fin di tutto così come la Birmania c'è un bel casino in Darfur e se cerchi su internet ne trovi per così di altri posti del mondo dove si fanno porcate, ma a noi del "primo mondo" non ce ne frega finchè non ci tocca direttamente...anzi arriviamo a proporre imbarghi economici??? o ci mandi i caschi blu, o le sanzioni economiche commerciali non colpiscono il dittatore o la sua corte, ma la povera gente che era a protestare in piazza e che molto probabilmente è già morta o la stanno torturando.
Ci mandi l'esercito, fai una guerra di liberazione dalla dittatura in appoggio alla popolazione che non riesce a liberarsi dal giogo...ma la guerra è mossa dall'economia e l'economia muove la guerra...quindi? quali vantaggi economici avrebbe il "primo mondo" a liberare la Birmania? per cosa è famosa? Grano? Acqua? Petrolio? Oro? Diamanti? Gas?...forse solo per gli zafferano...
Cina e Russia mettono il veto alle nazioni unite? tanto di recente abbiamo visto che si può invadere uno stato sovrano senza alcuna sanzione o ritorsione.

poi non so che piacere possa fare ad un birmano se mi metto una maglietta arancione senza che mai lo sappia visto che l'informazione è controllata dal regime...si è solo un modo per sentirci importanti e far vedere che siamo sensibili ai problemi di cui va di moda parlare...tanto alla sera svuotiamo il cervello e siamo anche contenti di aver fatto del bene.

Scusate ma queste iniziative mi mandano il sangue al cervello!

meglio che mi fermo altrimenti oltre a farla fuori dal bulacco ci affogo dentro...

 

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