martedì, aprile 15, 2008

NON E' UN PAESE PER COMUNISTI



Io, definendomi liberale, non sono, non sono mai stato e mai sarò berlusconiano; purtroppo, però, da quando ho avuto il diritto di voto mi sono sempre trovato il berlusca di mezzo, il che ha smorzato parecchio ogni mio entusiasmo elettorale.

In ciascuna delle elezioni cui ho partecipato non ho mai trovato un partito che mi rappresentasse veramente: troppo rosso nel csx, troppo berlusconi nel cdx, troppe schifezze in questo o quel partitino che veniva fuori di volta in volta presentandosi come "il nuovo che avanza".
Di conseguenza, mi sono trovato a votare un po' di tutto (soprattutto radicali, ma anche schede bianche, schede nulle, Stefano Tacconi, "Rocco Siffredi", "magnateve pure questa" ecc), ma ogni risultato elettorale mi ha sempre lasciato abbastanza indifferente: non ho mai esultato, né mi sono disperato, per nessuno degli esiti delle votazioni degli ultimi 15 anni.

Questa domenica, per la prima volta, è stata una domenica diversa.

Questa volta ho goduto.

Certo, Berlusconi è ancora lì.
Certo, Veltroni (che pure ha fatto un lavoro fantastico) è anni luce avanti ai prodi-fassini-d'alemi vari, ma è ancora abbastanza lontano da quella che dovrebbe essere una sinistra veramente moderna (Blair, per intenderci).

Però, per la prima volta, in questo parlamento c'è qualcosa di diverso, qualcosa che lo rende più simile ai parlamenti dei paesi "civili": non ci sono gli estremisti, non ci sono i talebani di destra e di sinistra, non c'è più il vecchio MSI della santanché, di storace e di "er pecora".

Ma, soprattutto, non ci sono più i vetero-comunisti, i Bertinotti (per il quale, comunque, un pochino mi spiace, visto che lo ritengo il miglior politico italiano con Fini), i Giordano, i Diliberto, i Rizzo, e tantomeno pecoraio ascanio. Un mese fa mi auguravo che le elezioni andassero in questo modo, e la realtà ha superato ogni più rosea aspettativa (a parte il risultato della Lega, ma non si può avere tutto dalla vita).

Come dice la blogger da cui ho "preso in prestito" la locandina di cui sopra, Berlusconi è sempre Berlusconi, e difficilmente darà a questo paese la sterzata liberale di cui avrebbe bisogno.
Però, per adesso e finché durerà questa legislatura,

"no country for red men": non è un paese per comunisti.

3 Comments:

At 3:35 PM, aprile 24, 2008, Blogger The Fomes said...

Questo commento è stato eliminato dall'autore.

 
At 3:37 PM, aprile 24, 2008, Blogger The Fomes said...

Come non condividere quanto dici, almeno al 98% il pensiero è in linea con quello che frulla nel mio cervello (il 2% di differenza sta che Fini, al di là delle idee politiche, lo ritenevo un vero politico fino a 7/8 anni fa).
Io non ho goduto per come sono andate le elezioni in chiave di vittoria, anche se secondo me poteva finire peggio, io ho goduto nel vedere le facce di coloro che hanno scoperto di essere lontani anni luce dall'elettorato, completamente decontestualizzati dall'Italia...che fino a ieri bisognava votarli tappandosi il naso per evitare che vincesse quello là.
Sono stato contento della scomparsa di quei "vetero-comunisti", che in tal senso avevano soltanto degli slogan e riuscivano a litigare anche su quelle poche idee, proponendo 3 partiti "comunisti" (ritengo che l'ultimo comunista in Italia sia stato Berlinguer...Occhetto non si può dire) che alla fine dei conti hanno ottenuto meno voti degli iscritti al partito.
Il problema della tanto anelata svolta, del tanto desiderato rinnovamento, è il tessuto sociale italiano...parlando l'altra sera con un mio amico è uscita fuori quella che secondo me è la vera definizione che riassume quello che è l'italiano: l'italiano è fondamentalmente "clerico-malavitoso".

Il comunismo, il fascismo, il liberalismo, il socialismo in questa società ormai sono usati solo come etichette per evidenziare gli aspetti peggiori della politica dell'avversario.

 
At 2:21 PM, giugno 18, 2008, Blogger Giovanni said...

e Catania conferma!!!

 

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