giovedì, novembre 09, 2006

Non sapendo cosa dire sul psot di fdm...riparto temporaneamente con

IL FATTO DEL GIORNO


Ogni quattro minuti si sfascia una coppia, in dieci anni incremento del 59%
In netto calo le unioni con rito religioso, resiste solo il Meridione
Matrimoni in crisi profonda
ci si sposa meno e si divorzia di più
La nuova fotografia delle famiglie italiane nel rapporto dell'Eures

Matrimoni in crisi profonda
ci si sposa meno e si divorzia di più


Un matrimonio tra immigrati
ROMA - Sempre meno matrimoni e un divorzio ogni quattro minuti. E' quanto risulta dal rapporto Eures "Finché vita non ci separi...Caratteristiche ed evoluzione dei matrimoni in Italia". In Italia, stabilisce la ricerca, negli ultimi trent'anni i matrimoni sono diminuiti del 32,4 per cento, passando dai 373.784 del 1975 (con un indice pari al 6,7 per mille abitanti) ai 250.974 del 2005 (con un indice del 4,3).

Più matrimoni al Sud. La Campania presenta l'indice di nuzialità più alto (5,3 ogni mille abitanti); ma è il Lazio l'unica regione d'Italia in cui il numero dei matrimoni abbia fatto segnare un incremento rispetto al 1995 (da 4,7 a 5,1), anche per effetto del "turismo matrimoniale": le coppie arrivano da mezzo mondo nella città eterna per convolare a nozze. Al Nord ci si sposa meno della media nazionale, con un picco negativo in Emilia-Romagna (3,5 matrimoni ogni mille abitanti). Napoli è la città in cui ci si sposa di più (17.881 matrimoni nel 2005, pari a 5,8 ogni mille abitanti). L'età media del matrimonio, negli ultimi tre decenni, è salita di 7 anni tra gli uomini e di oltre 5 per le donne. Nel 2006 lo sposo aveva in media 33,7 anni, la sposa 30,6.

Rito religioso in declino. In calo il matrimonio in chiesa, che nel 1975 veniva scelto dal 91,6 delle coppie, contro il 67,6 del 2005. Fa eccezione il Sud, dove otto coppie su dieci ancora vogliono andare all'altare. L'incidenza più bassa delle nozze religiose si registra in Friuli (48,5 per cento). Prudentemente, si preferisce in ogni caso optare per la separazione dei beni, scelta dal 54,3 per cento delle coppie italiane; e la percentuale sale ancora al nord (61,7%). C'è poi anche chi ci riprova: il 7,7 degli sposi e il 6,6 delle spose sono alla seconda esperienza matrimoniale, con un'età media di 45 anni. Ed è pari al 10,5 per cento l'incidenza dei matrimoni con almeno un coniuge non italiano: nella maggior parte dei casi (58,1%) l'italiano è lo sposo, mentre lei è straniera.

Divorzi a ritmo frenetico. Ma quello che salta agli occhi è il dato delle separazioni e dei divorzi, saliti rispettivamente a +59% e +66% per cento negli ultimi dieci anni. E' il Sud a registrare l'incremento più consistente, sia delle separazioni (+84,7 per cento, contro il 46,3 del Nord) sia dei divorzi (+74,7 per cento, contro il +61,3 del Nord). Complessivamente, nel 2004 si contano oltre 128 mila separazioni e divorzi (rispettivamente 83.179 e 45.097), pari a 352 sentenze al giorno: come dire che ogni quattro minuti, in Italia, si spegne un sogno d'amore sancito con le nozze.

Il record in Liguria. A livello regionale, i valori più elevati si registrano in Liguria, con 91,2 separazioni e divorzi ogni cento matrimoni); i legami più solidi sono in Calabria, dove per cento matrimoni si registrano "solo" 24 tra divorzi e separazioni. Più "resistenti" si rivelano i matrimoni religiosi (5,6 divorzi ogni cento matrimoni in chiesa, nel 1975, contro 13,1 divorzi tra chi si era sposato civilmente).

In crisi già dopo tre anni. Il picco delle separazioni si registra fra il terzo e il quinto anno di matrimonio (come dire che alla classica crisi del settimo anno non si fa nemmeno in tempo ad arrivare). E non ci si lascia più per colpa, ma per intolleranza reciproca, e consensualmente: la stragrande maggioranza dei divorzi è concessa a seguito di domanda congiunta dei coniugi, con valori che passano dal 69,4 per cento del 1995 al 78,2 del 2005.

Cambia la famiglia. Dall'aumento delle separazioni scaturisce l'incremento delle famiglie monogenitoriali e dei figli affidati: secondo i dati Istat, il numero dei minori affidati dopo una separazione è pari nel 2004 a 64.292. In oltre la metà delle separazioni (52,9 per cento) è presente almeno un figlio minore; nell'80 per cento dei casi, è la madre che ottiene l'affidamento, mentre si rileva una crescita costante degli affidamenti congiunti, che arrivano nel 2004 al 12,7 dei casi di separazione e al 10% dei divorzi.

2 Comments:

At 1:02 PM, novembre 09, 2006, Anonymous Anonimo said...

Sono costretta a letto per aver tolto le tonsille alla veneranda età di 23 anni, e il fatto del giorno è stato davvero l'unico argomento trasmesso dalla radio. Mi chiedo il perchè dello stupore dei giornalisti (in varie vesti) o opinionisti vari. Le percentuali sono così alte che in qualunque famiglia ci dev'essere un caso. O forse dovrebbe farmi più tristezza il mancato stupore di tutta l'altra gente. Disillusa dell'amore romantico ch eti fa superare ogni ostacolo della vita assieme. 8 anni di fidanzamento e due di matrimonio. Allora alla base manca forse la conoscenza dell'altro? dopo 8 anni uno non pensa sia questo il motivo, eppure quante amicizie scoppiano solo con una breve convivenza vacanziera estiva? Vivere assieme dovrebbe essere un impegno a costruire qualcosa assieme, proponendo e acconsentendo alle proposte dell'altro. Lasciando spazi per la propria identità. Se in otto anni di fidanzamento sono soltanto riuscito ad arroccarmi nella mia sterile idea di te con l'aureola e il sorriso pronto, non potrò certo sopportare il tuo pianto e i tuoi capricci. E questo avviene solo perchè non ci interessiamo davvero all'altro, non si parla, non si apprezza, non si calcola che la vita ti cambia e non puoi essere la stessa persona di quando vi siete incontrati la prima volta. Preferisco allora chi non crede al matrimonio. Chi dà sè stesso ma con limiti, e non illude sè e l'altro di costruire qualcosa assieme.
A dire la verità sono troppe le cose che vorrei dire e pure la confusione che ho in testa è tanta. Credo ci sia solo da fare i migliori auguri a chi col cuore si prende oggi un impegno "per tutta la vita", credendo davvero in quelle parole.

Mi scuso per l'intervento forse un pò inconcludente, spero di potermi esprimere meglio tra un pò.

 
At 9:12 PM, novembre 09, 2006, Blogger Diso said...

primo: in europa ci siete entrati per meriti (e per l'eurotassa di prodi..ricordo ancora la promessa di restituzione...)

secondo:ah,non ho letto il secolo oggi ma..i rilevamenti sono su base annua o prendono un lungo lasso di tempo???

 

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