giovedì, aprile 26, 2007

25 Aprile: il Giorno della Fava

Sono già online, a tempo di record, le foto del BBQ di ieri nel meravigliuoso paesaggio agreste dei BIANI DI BRAGLIA.

Vengono ben documentate alcune scene tipo la foto degli Uomini e le loro Fave, in un trionfo di doppi sensi a sfondo sessuale che ha accompagnato un po' tutto il pomeriggio, la presenza contemporanea di VIOLENZO e Gigi, sufficiente di per sè a terrorizzare tutta la vallata, il colore della Lau, l'espressione clamorosa della Fra Nosenzo sorpresa da una foto all'improvviso, il gruppo di ascolto di Heroes che porta la tecnologia anche nella desolazione di Praglia, l'imbarazzante (ed immotivato) durello sfoggiato dal Gigo che ci ha preoccupati un po' tutti.

Altre scene non sono state immortalate ma resteranno comunque nei nostri cuori:
-Carlo che si munge
-Carlo che mangia un panino con carne fredda e vecchia di due ore alle 6 di sera
-Carlo che irride il Gheppa e immediatamente viene punito dal Signore che lo fa schiantare contro un ramo basso
-Carlo che esiste, e solo per questo fatto regala comunque delle gioie
-le urla rivolte al gruppetto di ragazzini accanto a noi "scappate, andate via, che qua ci sono i drogati!"
-i ragazzini medesimi che giuocano allegramente a nascondino nel bosco, inconsapevoli del fatto che Gigi era pronto a trasformarsi in predator e trasformare il bosco in un lago di sangue
-gli zinghi che litigano con le guardie forestali
-Belme e il gioco del macaco
-SCHIFO! PANE E ACQUA! P DI PRINCIPIANTE!
-Gigi che alle 7 annuncia "sta tramontando, tra poco gli orsi ci attaccheranno... che bello!"
-l'uomo di concetto e i copertoni (questa la capirà solo Fabio, ma gliela dovevo)

Come dicevo ieri, ecco qua il link al tipo milanista che schiuma per lo scudetto all'Inter; già che vi scompisciate, date un'occhiata pure a questo video: non è recentissimo, ma l'ho scoperto solo oggi e mi ha fatto sdraiare!

Coming next: 1 Maggio
al momento il programma prevede di arenarci Lunedì sulla spiaggia come dei capodogli, e tirare avanti fino allo stremo delle forze.

Love

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martedì, aprile 17, 2007

"Ma paesano DI CHI?"

Sottotitolo: i veri cazzari riescono a festeggiare un compleanno a
prescindere da qualsiasi avversità.

Se il destino cinico e baro, con le fattezze di ispettori del Ministero
delle Finanze, non ci avesse messo lo zampino, saremmo qua a raccontare di brutti personaggi che, per festeggiare il mio compleanno, sarebbero finiti a gonfiarsi come Voltron, rotolando e grufolando in discoteca come scrofe nel porcile, e invece la serata ha preso un andamento del tutto diverso... ma andiamo con ordine.


La data è sabato 14 Aprile; la ricorrenza, come detto, è il mio compleanno; la location non è la classica festa a Celle (visto che l'ultima solo per pochissimo non si è conclusa con un triplice sacrificio umano), bensì una serata organizzata all'Orizzonte, becera discoteca rivierasca dell'esotica località di Invrea Plans, che prevede pacchiana prenotazione di pacchiano tavolo e pacchianissimo bottiglione di champagne fatto con il bicarbonato, secondo l'insegnamento del mai dimenticato Calboni all'Ippopotamo nel Secondo Tragico Fantozzi.

Si parte da Montano Square con un gruppone folto, ben assortito e infighettato come si addice all'occasione, suddiviso in varie macchine:
nella Oscuro-Mobile un assatanato Belme, io e Johnny from Sicily; nella Gheppa-Mobile the Gheppa, THE FOMES e the Lantero; nella Marchese-Mobile Fabio, la Lau e il loro figlio adottivo Mariano "Mary One" Passeri, per una volta solo e non accompagnato dall'onanista di fama mondiale Ruben "The Talisman"; nella James-Mobile il suo proprietario, la Chiara (che sfoggia un paio di violentissimi stivali che non avrebbero sfigurato addosso a qualche personaggio di Ombre Rosse) e la Giò. Diso è dei nostri ma con mezzi propri, e infatti si bulla, con la giusta dose di arroganza, per la moto nuova di pacca, un onesto TRANS-ALP (che, come tutti saprete, significa letteralmente "contadino valdostano incerto sulla propria identità sessuale").
Il Gigo, invece, inizierà la serata trattenuto da superiori impegni familiari, ma ci raggiungerà nel prosieguo.

La prima tappa, obbligata, è l'autogrill: c'è chi mangia, chi beve, chi piglia il caffè, chi cerca disperatamente dei superalcolici senza ricordarsi che all'autogrill non ne vendono da anni, chi legge riviste BORNO per tirarsi su.

Seconda tappa, Invidia a Varazze per il preserata: entusiasmo alle stelle, grasse risate ed un paio di scene imbarazzanti che coinvolgono una cameriera che "ha un culo che scoreggia Beethoven" (Siculo cit); prima prende 13 ordinazioni appoggiandosi con i suoi organi riproduttivi su Diso, che ovviamente va in crisi ormonale pesante, e appena la vede allontanarsi sfoggia una citazione di Hannibal Lecter: "sento l'odore della tua fica!!!".
Una immagine che non avremmo mai voluto vedere.

Poco dopo la portatrice sana di chiappe ritorna, e il damerino Passeri, dall'alto del suo completo scuro e capello gellato, si fa avanti con una richiesta precisa:
"io prendo una pina colada, strong"...
nel caos generale questa sente solo "stron..." e si imbizzarrisce:
-scusa, cosa hai detto?
-NO NO, ho detto strong! "forte"! in inglese!

D'altronde non si ottiene l'ambito titolo di "albero da brutte figure" per caso.
Nel frattempo è arrivato il Gigo, che subito tenta di approfittare della Giò, e dopo un paio di brindisi si parte per l'Horizon con grande gagliardìa.
Belme è pieno di ormoni come un ovetto Kinder, e SALTA letteralmente mentre cammina, improvvisando anche qualche passo alla Frèd Astèr...

Arrivati all'Orizzonte, la macchina di testa in cui mi trovo ha subito uno scambio di battute con il parcheggiatore, che si esprime in una oscura lingua morta priva di vocali, un misto tra DiPietro, Cattivik e gli sms di FDM:
"av't la prnotazioun? dimm'o'nomm! mmm, vdiam', ndrnpl [praticamente anziché il mio cognome pronuncia il mio codice fiscale]... ok, vabb'n, vai pure ggiù ch'cc'e' nu post' p'a macchana".

Dopo questo affascinante viaggio nel mondo dell'analfabetismo, parcheggiamo, posiamo le giacche nella suddetta MACCHANA, e... accade il disastro, o quantomeno un antipasto: due esemplari del curioso animale noto come "cafuzzo", con le loro mute da accoppiamento primaverili,
vengono verso di noi anziché verso il locale, e ci dicono "oh ragazzi, tornate indietro che è meglio, c'è la polizia dentro e non vi faranno entrare"... noi pensiamo subito che questi vogliano fare gli spiritosi, e li prendiamo a male parole... poveracci, invece erano sinceri e volevano fare una buona azione!

Arrivati all'ingresso, infatti, ci rendiamo conto della portata della tragedia: c'è un blitz dell'Agenzia delle Entrate dentro il locale, non si balla né si vendono alcolici. Al primo orrendo butterato che sta all'ingresso provo a chiedere se, visto che abbiamo il tavolo prenotato, può farci entrare lo stesso, e lui, con un umorismo che non
gli avrei riconosciuto, risponde "guarda, io vi faccio entrare, ma poi voi senza musica e senza bar che fate? aiutate la finanza a fare i conti?".
Ammettendo la solidità del ragionamento me ne torno dagli altri, per discutere il da farsi.

Da questo momento la situazione inizia a farsi caotica: mentre i cafuzzi attorno a noi sciamano mestamente verso le loro luride tane, noi cerchiamo di mettere d'accordo le tragiche proposte di 14 diverse persone, complicando il tutto con il tentativo di armonizzare i programmi con la Branco-mobile, che sta arrivando in quei minuti e si tiene in contatto mediante teleconferenza con la Laura, nonché con un altro gruppetto che ci regalerà le massime gioie, guidato da una simpatica ragazza di Sampierdarena che menzioneremo, per rispettarne la privacy, mascherandone il nome elettronicamente: la chiameremo Gu_a.
Anzi no, si capisce troppo...
Facciamo G_ia!

Ecco, proprio mentre siamo accampati vicino al parcheggiatore a decidere il da farsi, la giuovane G_ia compare sulla scena.
E' accompagnata dal suo tipo, "Brizzolo" (l'ottavo nano, quello coi capelli sale-e-pepe), il di lui fratello, il di lui cugino, le di loro accompagnatrici.

A questo punto mi scappa una invocazione:
ma brava gente, sentite un po'... già siete dalla parte sbagliata dei 30anni... dai, fate i bravi... ma perché non pensate a mettere su famiglia, a trovarvi una casa, un gatto e un cane?
perché non fate come Ceraudo?
perché vi presentate gonfissimi fuori dai locali della riviera facendo gli sgarsueli?

Ma lasciamo stare, e torniamo a noi.

La branco-mobile viene avvistata da Chri e THE FOMES, che ci raggiungono descrivendo così l'incontro:
"abbiamo visto la Cecco, la Tizi e altre loro amiche, abbiamo spiegato com'era la situazione, e a quel punto una scalmanata si è messa a urlare
"NO! NO! IO DEVO ANDARE A BALLARE! DEVO ANDARE ALL'ORIZZONTE!!! DEVO ENTRARE!!!!!",
e poi sono scappate".

La nostra situazione, però, non è migliore: il gruppo è eterogeneo, c'è chi propone di riportare le nostre gonadi a casa, chi dice di andare al 108, chi al Mako', chi all'Invidia, chi al Prana; c'è il parcheggiatore che schiuma perché facciamo casino e ingombriamo la strada, c'è THE FOMES che propone di pestarlo, c'è una loggia massonica iniziamente composta da me, Mari e il Gigo che preme per trasformare la serata in farsa, una burattinata di regime, andando al Nautilus (tragico dancing per over-40) a prendere a cinghiate le tardone; il premio per la proposta più trash arriva da una del gruppo della _uia, che Mariano soprannomina immediatamente "Ero" per la sua espressione che denota un probabile abuso di stupefacenti, che
con una spocchia degna d'altri tempi sbotta "ma che schifo dai! che cazzo stiamo a fare qua? andiamo a Forte dei Marmi".
Tra tutti, è il Gheppa il più pronto a rispondere: "guarda, stasera la Ferrari l'ho dimenticata a casa".

A sto punto i trentenni giovani dentro iniziano a smascellare malamente, e di fronte ad una Gui_ non entusiasta propongono "dai facciamo così: Corso Italia, piste e pippotti!"
E' solo questione di minuti prima che si rischi il degenero, ed è un intervento del Siculo a rischiare di scatenare l'Armageddon: mentre siamo lì che discutiamo, si avvicina e dice la sua con l'inconfondibile accento.
Brizzolo, a sentirlo, si esalta, e inizia a dargli pacche sulle spalle, dando luogo al seguente dialogo:

-ma grande!!! grandissimo!!! ma tu sei di giù! un paesano!!!
[Johnny mette su una faccia abbastanza brutta]
-ma paesano DI CHI?
[Brizz pensa che stia scherzando, e inizia ad improvvisare un discorso
in siciliano maccheronico, qualcosa tipo]
-paesanu ammia, ancha io sugnu sicilianu...
[johnny mette via la faccia abbastanza brutta e prende quella più
brutta, interrompendolo bruscamente e con un tono di voce leggermente
troppo alto]
-no guarda smettila subito, non provarci nemmeno a parlare in siciliano,
non farlo mai più.
-...
[Brizz rimane interdetto per un attimo, Johnny tira fuori la faccia pessima]
-sentiamo un po', di dov'è he saresti tu?
-... di Messina... Milazzo
-AH, MESSINA!!! ANDIAMO BENE, ANDIAMO!!! NU BUDDACE MI TOCCAVA INCUNTRARI [e si allontana gesticolando e parlando in un linguaggio oscuro]

a questo punto Brizz è visibilmente inacidito, commenta "ah beh, simpatici i tuoi amici, eh?", e se ne va con tutto il pessimo parentame;
salutiamo la Gu_a, che poverina non ne può nulla, ci sganasciamo una decina di minuti al ricordo della scena, e ci decidiamo infine a spostarci verso Varazze.

A questo punto è ormai chiaro che non si andrà più a ballare, e quindi la buttiamo in farsa: un tentativo puerile di tornare all'Invidia naufraga miseramente quando THE FOMES, andato in avanscoperta, si gira e annuncia "offro io a tutti", e ci rendiamo conto che forse pretendere che fosse aperto alle 3 e passa era un po' eccessivo.
Passando davanti al Nautilus e vedendo le tardazze accampate lì fuori ci viene un prurito alle mani, e per un attimo pensiamo al golpe del trash, ma ci passa subito, la serata si chiude dal celebre focacciaro di Prà tra ilarità, bestemmie e focaccia alle cipolle.

Ringrazio comunque tutti i presenti, ma anche gli assenti impossibilitati a presenziare, che mi hanno comunque manifestato affetto e la voglia di essere presenti.
La serata è andata dritta comunque, nonostante le avversità... ma resta il fatto che non è accettabile essere sconfitti dall'Orizzonte e dal Ministero delle Finanze, quindi... ne riparleremo!!

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Mangialonga 2007

Ricevo dal Gigo e doverosamente inoltro e pubblico questo allettante programma.

Mi sembra una roba di quelle adatte a fare delle brutte scene, coprirci di ridicolo e ammazzarci dalle risate, quindi la approvo senza riserve.

Stay tuned.

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martedì, aprile 10, 2007

BARBACOA 2007, aka THE ROYAL RUMBLE
Sottotitolo: anche stavolta ci è scappata di mano


Eppure, dalle premesse, sembrava che questa volta dovesse scorrere tutto liscio, una tranquilla e placida rimpatriata senza troppi eccessi...


Si parte la sera della Santa Pasqua con un gruppo ristretto: due dei tre Andrianopoli Bros (io e Pedro), Luca di LucaelaVale, La Vale di LucaelaVale, Johnny il Siculo back from Montevarchi, Frankie P aka "The Horseman" aka "THFM - The High Flying Machine", aka "Tre metri sopra il cielo, più una Passat" (se vi chiedete il perchè, evidentemente non avete mai visto questa foto), ma soprattutto THE FOMES (viste le sue eroiche gesta, che si ripetono senza soluzione di continuità di giorno in giorno, il Gran Consiglio dei Dieci Assenti ha deliberato che d'ora in poi il suo nome debba sempre essere scritto in questo modo, con l'articolo e tutto in maiuscolo, come nei cinegiornali del Ventennio).

Come dicevo, la partenza è più che tranquilla: alcune pizze maxi di Muhammed, l'ottimo pizzettaro arabo della Pizzeria Santorini sulla Aurelia (che consiglio spassionatamente), un tiramisù degno del Louvre di THE FOMES' MOTHER (da subito in odore di Premio Nobel per questa creazione), qualche birra, torneo di pro evolution soccer con playstation attrezzata con proiettore a muro, quindi praticamente con i giocatori a grandezza naturale.
Al termine, Frankie torna a GE, mentre THE FOMES, con una scena struggente degna di un film di Charlie Chaplin, si avvia a piedi verso casa sua ad Albisola lungo la buia e aspra passeggiata in galleria; gli altri si accasciano.

Mi risveglio al mattino dopo, e THE FOMES è già lì: c'è chi dice che non sia riuscito a tornare a casa, e abbia dormito un paio d'ore in un cassonetto della rumenta lungo la passeggiata prima di farsi rivedere.

Anche gli amici di mio fratello sono già arrivati: freschi e baldanzosi, fingono di tagliare la legna ma in realtà tentano di amputarsi degli arti a vicenda con ascia e marazza.
Johnny il Siculo si indigna, e al grido di "no no, non si fa così, lasciate fare a me" prende il ramo più grosso, praticamente una quercia secolare intera, e inizia a sbatterlo con estrema violenza per almeno quindici volte CONTRO IL MURO: ovviamente sia il ramo che il muro non si scalfiscono nemmeno e lo deridono, e il nostro si arrende lasciando campo ai giovani.

Mentre gli invitati arrivano alla spicciolata, il fuoco inizia a farsi rigoglioso, e in men che non si dica inizia la fiesta: pezzi di animali morti ancora sanguinolenti iniziano a sfrigolare alllegramente, la birra e il vinaccio scorrono a fiumi, sotto la griglia non c'è una banale brace ma una fiamma viva e possente tipo Monte Fato, e l'ilarità dilaga.
Alcune amiche di mio fratello tentano di sottrarre spazio agli animali morti cuocendo sulla griglia orrende verdure come melanzane e peperoni, ma questo offende il mio senso estetico e la mia religione, e quindi guido immediatamente una rivolta iniziando a lanciare in mare i peperoni interi e le fettine di melanzana come se fossero shuriken.
Un peperone si schianta sulla scogliera con un rumore agghiacciante tipo magnum tirato dietro a un randagio.

Il penultimo ad arrivare è Gigi "Squadra 49", "No Pain No Gain", "The Peace-keeper" Capurro, che sfoggia una curiosa pettinatura tipo Brad Pitt in "Johnny Suede": dopo aver lavorato tutto il giorno di Pasqua, si è dovuto svegliare alle 5 per andare a controllare l'arrivo e lo scarico al porto petroli di Multedo di una nave bulgara che trasportava acetone (sembra l'inizio di un romanzo noir, e invece è la verità nuda e cruda): come potrete ben immaginare, è di ottimo umore per questo.
Insieme a lui arriva ovviamente il fedele compagno Dodo, aka "Da Black Dawg - Il Cane Nero", aka "Let's go outside" (in quanto omosessuale dichiarato), che da subito si prostituisce offrendosi come oggetto di coccole in cambio di cibo, e diventa subito protagonista della festa: tutte le ragazze lo adorano e lo mastrussano emanando gridolini tipo "che tenero! che amore! coccoloso!" e simili.
Gigi, come sempre, assiste a queste scene con un certo disgusto, perché quando lo prese da cucciolo la sua idea era quella di trasformarlo in un mezzo di distruzione e morte, e invece Madre Natura gli ha riservato un bonaccione che ama il mondo e la vita agiata, che affronta in modo pacato e riflessivo... e per di più è frosgio!

Come dicevamo, Capurro non è l'ultimo a presentarsi, ma il penultimo: ad arrivare per ultimo, come ogni vip che si rispetti, è infatti Administrator Belme, anche noto come "The Dark Side", "Big Bamboo", "Black Mamba" e molti altri soprannomi, che ha saputo della presenza di sgarsuele allo stato brado e quindi sfoggia la sua mise da caccia alla puledra, un completo che ricorda un po' il "guaglione in miezz'a via" o il "guapp'e cartone" nelle sceneggiate napoletane con Mario Merola e Nino D'Angelo: il pubblico femminile è subito in visibilio, e se lo contende a suon di ceffoni.

La manifestazione prosegue gioiosa e senza intoppi per un po': si mangia, si sta insieme, si sparano cazzate in quantità... col passare del tempo, però il tasso alcolico sale, i chili di carne iniziano ad addensarsi nel sangue, e si intravvedono i primi presagi della tragedia imminente...

Mio fratello sta cucinando dell'ottimo scamorzone affumicato, quando all'improvviso una fetta gli cade a terra; lui non si scompone, la raccoglie con il prestigioso forchettone da barbecue (più o meno del livello dei miracle blade serie perfetta dello Chef Tony) e la getta in mare... con forchettone e tutto.
Resta un attimo sbigottito ed attonito a guardare la triste parabola del forchettone, ma si riprende subito.
Iinvoca divinità zoomorfe con grande veemenza, con particolare ed insistito riferimento a divinità di aspetto canino, penso al fine di invocare la protezione di Anubi e degli altri dei dell'antico Egitto in quel difficile momento.
Mentre gli spettatori si accalcano sulla ringhiera per vedere la struggente immagine di un mare freddo e limpido sul cui fondale spicca lucente un forchettone da barbecue, Pietro (il cui soprannome, non a caso, è stato a lungo PEGGIO, perché non è pessimo, è peggio) prende la fatale decisione di gettarsi in mare e tentare il recupero del relitto.
James e Gigi lo assistono da subito nell'impresa, e lo seguono mentre, sulle note di "TARZAN BOY" dei Baltimora, prende il costume, scende a mare e si getta in acqua; mentre io, insieme ad altri, barrisco rumorosi ululati di incitamento ed apprezzamento, la sua tipa mi chiede, timidamente, "ma con tutta la carne che stava mangiando, non sarà un po' pericoloso fare il bagno?"; obiettivamente la temperatura esterna è si e no sui 15 gradi (scarsi), senza nemmeno un raggio di sole, e quindi, mosso a compassione, le suggerisco "vai su e chiedi che venga giù una certa Chiara, che è un medico": la giovane, visibilmente sollevata, esegue.

Nel frattempo Pedro, guizzante come un triceratopo, dopo qualche minuto di ricerca tra i flutti ha individuato il forchettone, e lo recupera; proprio mentre lo sta brandendo suscitando il visibilio della folla, arriva IL MEDICO, che per tranquillizzare i presenti suggerisce "dai, rovesciamogli la birra da sopra che lui la beve al volo mentre nuota!".
La ragazza e le amiche di lui la guardano come se avessero visto il demonio reincarnato, ma la Dott.ssa sta già mettendo in opera il suo piano criminoso, e versa la birra in testa a mio fratello, che la beve come può; Gigi non vuole essere da meno, ma interpreta un po' troppo entusiasticamente il concetto "tiriamogli la birra", e scaglia contro il naufrago TUTTA UNA BOTTIGLIA mezza piena, evitando di ucciderlo solo perché evidentemente Anubi, sentendosi invocato a lungo e con tanta enfasi, si sveglia da un sonno millenario e interviene amorevole: la bottiglia mortale manca Pietro, che la raccoglie prima che affondi e ne beve una generosa golata, con acqua di mare e tutto quanto.
Quando riemerge viene portato in trionfo al grido "Massimo! Massimo!".

Quando torniamo al barbecue ci rendiamo conto che si è verificato un altro dramma: THE FOMES, che è ancora, initerrottamente, gonfio da Pasqua (da Pasqua del 1993, si intende), si alza da tavola muovendosi più bruscamente di quanto la sua precaria coordinazione motoria del momento gli permetta, andando cozzare rovinosamente contro il ramo di un pitosforo... la sua preziosa ed invidiata materia grigia è salva, ma la botta è forte e procura a lui una commozione cerebrale e a noi la commozione dalle risate.
Per tentare di contrastare un importante bernoccolo che si sta formando in tempo reale, si terrà sulla testa per tutto il resto della giornata un grossolano sacchetto della spesa pieno di ghiaccio, tentando di formulare puerili scuse ("minchia, me lo sono trovato davanti all'improvviso") che crollano miseramente ("Fede, quel ramo è fermo lì da 50 anni").

Le condizioni ambientali-etiliche sono ormai mature per il disastro: come per tutte le grandi calamità, è un piccolo evento, apparentemente insignificante, a scatenare l'escalation di violenza.
Qualcuno inizia a tirare un cubetto di ghiaccio, mezzo sciolto... qualcun altro viene preso, qualcuno schizza dell'acqua, si passa alla mollica di pane, poi agli scarti delle bistecche, e in un attimo è l'inferno.

La Simo e la Chiara iniziano a ravanare nella mia macchina nascondendo le peggio cose nei cassettini, nell'aletta parasole e nelle portiere; io ovviamente la prendo bene e le trascino fuori a forza, ma non prima che un sacco da 2 chili di insalata, quella tagliata fine fine, si riversi dentro il mezzo.
La mia reazione è morigerata e sobria, e comporta una abbondante applicazione sui capelli delle signorine di patatine fritte stantie sbriciolate, innaffiate da una corposa dose di ottima birra Feisgold da 30 centesimi a latta.

Contemporaneamente, a tavola, si consuma un altro dramma: la Giò, ubriaca come Goldrake, si abbagascia selvaggiamente addosso a qualsiasi essere di sesso maschile le capiti a tiro; Luca, improvvisatosi Mullah, prima la ammonisce dicendo "Giò, cerca di riportare a casa un pochino di dignità", poi decide di applicare rigidamente la Sharia e tenta di lapidarla scagliandole violentemente addosso abbondanti manciate di ghiaia raccolta da terra.
La roba da mangiare e da bere inizia a volare con preoccupante frequenza, frammista a ghiaccioli e pietre... la Chiara riesce a schivare una massa informe di scamorza prima sciolta e poi rappresa, grossa come la sua faccia, ma non una fustigata di maionese di parecchi metri che spazza tutto il giardino senza distinzione tra colpevoli e innocenti.
Alcuni vietcong guidati dalla Simo si appostano sul terrazzo ed iniziano a tirare clamorosi bulacchi d'acqua dall'alto: ne fa le spese l'incolpevole Gheppa, travolto da una vera cascata mentre stava placidamente seduto al tavolo, con l'unica colpa di essere accanto a qualche belligerante.
Mentre sto tentando di cospargere i capelli della Simo di un simpatico miscuglio di grasso di maiale e glassa di cioccolato, la Giò tenta di spararmi addosso la maionese, ma con abile mossa degna di Capitan Harlock giro il tubo verso la sua faccia, rendendola protagonista di un esilarante auto-bukkake di maionese che avrebbe suscitato quantomeno 15 minuti di applausi in piedi nell'ottimo Gigo.
La situazione degenera in modo sempre più rapido ed incontrollabile; Belme viene aggredito da un Luke in evidente trance alcolico-cazzara, equipaggiato con giubbetto salvagente da barca, e chiama aiuto soffiando nel fischietto. Io e Gigi arriviamo per documentare l'evento ed agevolare la punizione corporale di Black Mamba, colpendolo con violenza con un salvagente di quelli rigidi, quando la Giò, scaltra come una faina e chiaramente posseduta da qualche demone del mondo antico, ci si avvicina alle spalle e ci rovescia addosso (ed in particolare nella mia schiena) un intero tubo di ketchup da grande distribuzione.

La nostra reazione è serena, elegante ed equilibrata: praticamente un pestaggio, degno degli squadroni della morte di qualche dittatura centrafricana, con la povera Giò che viene inondata di qualsiasi sostanza mangereccia e bevereccia, mentre gli spettatori suggeriscono tragiche punizioni corporali: ebbro di gioia sto sollevando il bidone gigante della rumenta per riversarglielo addosso, ma mio fratello mi blocca: "no Fra... poi ci tocca raccoglierla tutta di nuovo!".
Gigi e Luke prendono quello che resta della Giò come un sacco di patate e fanno finta di lanciarla già dalla rupe come un neonato spartano scartato dal grande sacerdote... oddio finta, per alcuni, lunghissimi momenti si teme che l'allegria prenda il sopravvento e la imbaracchino giù dalla scogliera sul serio.

Tra il piano superiore e il giardino si scatena una rapida scaramuccia con le costolette di maiale come proiettili, vengono accese le manichette dell'acqua a completare il disastro e il giardino diventa come un gioco d'acqua delle Caravelle di Ceriale, nessuno è più al sicuro.
Ad un tratto, con urla belluine, Gigi compare da dietro un angolo brandendo UN'ASCIA e roteandola come Thor in qualche saga nordica, e a questo punto ci rendiamo conto che forse è il caso di abbassare un attimo i toni e firmare un onorevole armistizio.

Nel frattempo le impressionabili amiche di mio fratello erano fuggite precipitosamente dal giardino, riparandosi in casa, mettendosi su un divano tutte vicine, strette strette, tenendosi per mano e con un chiaro sguardo di terrore dipinto in volto... ad un certo punto, quando si vedono passare di fronte la Chiara (che, ricordiamolo, sarebbe pur sempre un medico) imbrattata di ketchup da capo ai piedi e letteralmente fradicia d'acqua, con ancora brandelli di patatine nei capelli, chiudono anche le tapparelle per evitare che i loro occhi vengano offesi da quello scempio, sperando che passi presto e fingendosi morte.

L'ora successiva si trascina tra doccie, scrostamento di cibo dalle pareti e dalle vetrate, riconoscimento del rispettivo valore in battaglia e dei trofei conseguiti, foto ricordo.
Chi ha il cambio lo indossa, chi non lo ha si arrangia alla bell'e meglio; Luke vince il premio eleganza con un completino maglietta bianca-pantaloncino bianco che ricorda sinistramente "er pizzettaro di Via della Scrofa" dei film di Fantozzi.
E' proprio in questo momento che si unisce al gruppo anche il buon Marchese, che vede l'orrore e commenta "ecco, quasi quasi io torno a casa".

Quando torna la calma ci si dedica a varie attività videoludiche come i videogiochi videoproiettati, il ping pong e giuochi di carte vari, compresa una angosciante partita di hold'em poker che vede trionfare due squallidi dilettanti amici di mio fratello, assistiti da un culo spanato degno delle peggiori puttane dei peggiori motel moldavi, dopodiché la gente inizia lentamente a sciamare.

La pulizia della casa è piuttosto laboriosa, e comporta ancora qualche imprevisto: mio fratello pensa bene di riversare la brace dentro al bidonazzo della rumenta, che prende immediatamente fuoco: un gesto che avrebbe reso orgoglioso anche il punkammerda più becero, e comporta l'ovvia distruzione del rumentero, che "ora è nel posto dove si trovano tutti i rumenteri che in vita si sono comportati bene", come da chiosa di un mistico Siculo.
Le operazioni si concludono attorno alle dieci di sera, quando gli ultimi superstiti, dopo una cena a base di orrenda scamorza affumicata (fredda, perché era già stato tutto lavato), coca light ed effervescente Brioschi risalente ai tempi del Generale Badoglio, si rimettono in viaggio insieme a mandrie di simpatici milanesi; sulla via del rientro c'è ancora tempo, però, per un'ultima perla: Johnny il naturalista sta catalogando la fauna presente all'evento, quando si lascia andare ad un "uh, poi c'era quella magra coi capelli neri e gli occhi azzurri... quella l'avrei presa... l'avrei messa... l'avrei girata..."
Scende nell'abitacolo un sepolcro di gelo, mentre mio fratello lo interrompe sobriamente
"Giò, quella era la mia ragazza".

Per tutto il resto c'è Mastercard.


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C'è un po' di Italia...

...anche nel miglior giocatore di basket del mondo!!!

Prima di postare il resoconto del barbeque di pasquetta (dovrei farcela in serata), vi propongo una splendida intervista IN ITALIANO a Kobe Bryant, semplicemente favolosa... sottolineo il mio momento preferito, nella seconda parte, i nomi delle figlie:
Natalia Diamante e GIANNA MARIA ONORE.













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domenica, aprile 08, 2007

BUONA PASQUA e FELICE PASQUETTA a tutti

anche da Trinità e Wildcat Hendrix...





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martedì, aprile 03, 2007

THE LITTLE EASTER's BARBECUE

E' ufficiale: anche quest'anno, a Celle Ligure, si rinnoverà la tradizionale manifestazione cazzaro-mangereccia... aderite numerosi!

Nel frattempo vi lascio un paio di video musicali meritevoli...

Il primo è la canzone che ha trionfato nel "Festival di San Jimmy" 2007 dello Zoo di 105: UMBERTO, di Paolo Noise.
Andando alla main page della manifestazione, suggerisco di ascoltare anche le ottime "mio marito che è gay" e "pino di begato".

La seconda è "Vorrei avere Moggi", di un anonimo milanista... "Ti sveglierai una mattina, lo scudo sempre in nafatalina".











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domenica, aprile 01, 2007

Sia benedetto il Calcio!!!

CLAMOROSA pubblicità della Quilmès per i Mondiali del 2006: se ha fatto venire i brividi a me, non oso pensare che effetto potesse fare ad un Argentino... ma in ogni caso è un magnifico inno al calcio.

Il testo non è particolarmente difficile da seguire, tenendo conto che "bendito sea" vuol dire "sia benedetto" e "maldito sea" "sia maledetto"... comunque ci metto una rapida traduzione fatta alla bell'e meglio, visto che un pochetto di spagnolo lo mastico ma molte di quelle parole non le conosco.






Bendito sea el mundial con que soñamos
Bendito cada nombre que ha sido designado
Bendito los pibes que siempre sacamos
El peso de la historia, el respeto ganado
Maldito sean los recuerdos dolorosos
Maldita la impotencia, la injusticia que vivimos
El volvernos a casa cada uno por su lado
Las finales sin jugar y quedarme en el camino
Bendita la anestesia general a los dolores
La tristeza que curamos con abrazos
Las gargantas que se rompen por los goles
El sentirnos los mejores por un rato
Malditos los sorteos y los grupos de la muerte
Los controles sin azar que asignaron nuestra suerte
Malditos los mezquinos que juegan sin poesía
Los que pegan, los que envidian, los que rompen y lastiman
Bendito sea el orgullo con el que entramos a la cancha
El potrero y la pelota no se manchan
La tv que repite la gambeta
Inflar las redes de los otros, inflar el pecho de los nuestros
Merecer la camiseta
Los turistas, los cronistas, los sponsors, los amigos, el himno
y las mujeres siguiendo los partidos
Bendita las cabalas que dan resultado
Las risas y el llanto que guardaremos tanto
Y bendito ese momento que nos regala el fútbol
De poder cambiar nuestro destino
Y sentir otra vez y frente al mundo
LO GLORIOSO Y LO GROSO DE SER ARGENTINO!!!

Sia benedetto il mondiale che ci fa sognare
benedetto ogni nome che è stato scelto (per parteciparvi)
benedetti i piedi (i giocatori buoni) che tiriamo sempre fuori (dalla nostra nazione)
il peso della storia, il rispetto guadagnato
maledetti i ricordi dolorosi
l'impotenza, le ingiustizie che abbiamo vissuto
tornarcene a casa ognuno per conto suo
le finali non giocare, e fallire lungo la strada
benedetta l'anestesia a tutti i dolori
la tristezza che curiamo con gli abbracci
le gole che si spezzano ad ogni gol
il sentirci migliori per un pochino
maledetti i sorteggi, e i gruppi impossibili
...
maledetti i meschini, che giocano senza poesia
quelli che picchiano, quelli che invidiano, quelli che rompono e si lamentano
benedetto sia l'orgoglio con cui ci gettiamo nella mischia
... e la palla non si macchiano
la tv che ...
gonfiare le reti degli degli altri, gonfiare il nostro petto
meritarsi la maglia
i turisti, i cronisti, gli sponsor, gli amici, l'inno
e le donne che seguono le partite
benedette le scaramanzie che hanno successo
le risate e il pianto che terremo da parte a lungo
e benedetto quel momento che il calcio ci regala
di poter cambiare il nostro destino
e sentire ancora una volta di fronte al mondo
... di essere argentino.


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